Prima era una normale abitudine, oggi una vera “fobia”: i dati allarmanti tra i giovani

Le statistiche parlano chiaro: con l’avanzare degli anni, le generazioni hanno sviluppato una fobia dapprima inesistente.

I giovani vivono in un’era differente da quella che poteva essere circa 20 anni fa. La cosa è inevitabile, visto che l’avvento di internet e delle nuove tecnologie ha indubbiamente aperto nuovi orizzonti, cambiando addirittura il modo di approcciarsi con le altre persone. Entrando nel dettaglio, l’avvento di WhatsApp ha rivoluzionato la comunicazione, introducendo cambiamenti significativi nelle interazioni quotidiane.

Giovani e smartphone
Un interessante studio ha rilevato un problema giovanile dapprima inesistente – fumonegliocchi.it

L’app di messaggistica istantanea ha trasformato il modo in cui le persone si connettono, comunicano e condividono informazioni. Si tratta indubbiamente di un mezzo importante che ha facilitato le conversazioni, velocizzato processi lavorativi e reso possibili le interazioni con persone in altri paesi del mondo. Tuttavia non si è più abituati a parlare al telefono, anzi, è nata una vera e propria fobia.

Che si tratti di una semplice chiamata alla pizzeria o un’importante comunicazione di lavoro, la cosiddetta telefonofobia (ossia l’ansia da telefonata), sembra colpire una platea sempre più ampia di giovani. Ma cosa sta accadendo esattamente? A spiegarlo è Atsushi Kotera, professore di ricerca sul comportamento informativo presso l’Università di Toyo Eiwa.

Telefonofobia, la paura di parlare al telefono: dati allarmanti in Giappone

Le statistiche parlano chiaro: il 70% dei ragazzi giapponesi tra i 20 e i 30 anni ha la fobia delle telefonate. Ad affermarlo è la società di informazione e telecomunicazioni SOFTSU Co, Ltd con sede a Chuo Ward, Tokyo che ha analizzato il problema, arrivando a una conclusione.

ansia di parlare al telefono
Telenofobia: un fenomeno in forte aumento – fumonegliocchi.it

Secondo Kotera, la fobia in forte aumento è dovuta da una società che si trova davanti a “minori occasioni di impegnarsi in conversazioni telefoniche a causa della prevalenza di funzionalità di chat e messaggistica nei servizi di social networking”. Si tratterebbe dunque di una mancanza di esercizio, ma sempre secondo la ricerca, al 57,8% degli intervistati le telefonate mettono molto a disagio. Mentre il 74% ha confermato questa sensazione.

In tutto ciò, il 44,8% degli intervistati ha ammesso di sentirsi a disagio in particolare con i telefoni fissi al lavoro a causa della paura di disturbare o, addirittura, di ricevere una domanda a cui non si sa dare una risposta immediata.

A tal proposito sorge un’interessante riflessione: l’utilizzo di servizi di messaggistica consente di contattare una persona per iscritto, avendo tempo per pensare maggiore rispetto alle chiamate spontanee. Anche i tempi di risposta sono più flessibili, dando modo ad entrambi gli interlocutori (sia con un vocale che con un messaggio), di ragionare su un’eventuale risposta ‘migliore’.

Tuttavia, per quanto risulti comodo, c’è da dire che diversi anni fa non esisteva questo problema. “Non è colpa dei giovani. È una questione che ha a che fare con l’esperienza”, spiega Atsushi Kotera, concludendo che la soluzione sarebbe quella di esercitarsi con due chiamate al giorno, con l’amica del cuore, la nonna o la pizzeria sotto casa.

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