Pensioni: il grande ricalcolo INPS stravolge le cifre, ecco quanto ti spetta

Il ricalcolo dell’INPS stravolge le cifre. Ma a quanto ammontano le pensioni e chi sono i destinatari? Ecco cosa sta accadendo.

In questi giorni non si fa che parlare che del ricalcolo delle pensioni. In tanti si stanno chiedendo se l’intervento ad opera dell’INPS concernerà e toccherà anche le loro pensioni o meno. Ma a chi è indirizzata la misura e perchè l’Istituto ha deciso di effettuare un ricalcolo? A seguire tutte le informazioni utili al riguardo. Ecco cosa sta accadendo e perché.

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Via al ricalcolo fumonegliocchi.it.

L’istituto con una circolare ha reso noto che si è adeguato a quanto sancito da una sentenza della Corte Costituzionale dell’anno 2022 procedendo al ricalcolo. Coloro che percepiscono la pensione di reversibilità subiranno un ricalcolo dell’importo. A comunicarlo è stato l’INPS attraverso l’emanazione della circolare numero 108/2023. L’istituto di previdenza ha recepito il principio della Corte Costituzionale sancito nella sentenza 162/2022, annunciando che procederà a ricalcolo. Ma chi sono i destinatari della misura? Chi dunque subirà un ricalcolo dell’importo?

Parte il ricalcolo INPS, ecco chi verrà “toccato” dalla misura

La pensione di reversibilità è un sostegno pensionistico percepito dai familiari di superstiti di un pensionato o di un lavoratore deceduto. Spetta di diritto al coniuge o alla persona unita civilmente con il cittadino deceduto. La pensione di reversibilità può essere percepita dai coniugi, dei figli minorenni, maggiorenni e da altri eredi del deceduto.

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Chi sarà “colpito” dal ricalcolo? fumonegliocchi.it

L’importo è variabile poiché viene calcolato in base a una percentuale che fa riferimento alla pensione percepita in vita dal soggetto deceduto. La pensione ricevuta dai superstiti viene sommata ai redditi del soggetto beneficiario, per questo aumentando il reddito dei superstiti può accadere che venga diminuito l’importo della pensione di reversibilità.

Con la sentenza 162 del 2022 la Corte Costituzionale ha dichiarato la parziale incostituzionalità dell’articolo 1 della legge 335/1995, con particolare riferimento alla parte in cui non era stato previsto un tetto alle decurtazioni del trattamento ai superstiti cagionati dal possesso di un reddito aggiuntivo.

La Corte ha chiarito che le modalità di riduzione sono irragionevoli nella parte in cui non consentono l’applicazione di decurtazioni superiori al reddito aggiuntivo di cui gode il beneficiario nell’anno di riferimento. Dunque secondo i giudici ridurre la pensione oltre la misura dei redditi conseguiti produce un danno al superstite.

L’INPS ha recepito il contenuto della sentenza è rivaluterà i trattamenti pensionistici, soltanto di coloro però i quali l’importo delle trattenute abbia superato l’ammontare dei redditi aggiuntivi annuali di riferimento. Verranno riconosciuti anche gli arretrati e gli interessi legali e/o la rivalutazione monetaria, nei limiti della prescrizione quinquennale.

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